25/04/2020, ore 10 - “Le due liberazioni di Trieste” di Raoul Pupo
Il secondo appuntamento in occasione dell'anniversario della Liberazione è per il 25 aprile 2020 alle 10, con Il video “Le due liberazioni di Trieste” di Raoul Pupo, che potrete trovare sulla pagina facebook, sul sito web e sul canale youtube dell’Irsrec FVG.
“Le due liberazioni di Trieste” offre un inquadramento della situazione militare e politica nella Venezia Giulia, e in particolare a Trieste, nel periodo che precede la sconfitta dei nazifascisti fino alla proclamazione di una doppia insurrezione, parallela e concorrenziale, il 30 aprile 1945. Si sofferma poi sulla spiegazione degli eventi che ci costringono a parlare per Trieste di “due liberazioni”. Da una parte della popolazione e delle forze politiche – gli sloveni e gli italiani di orientamento comunista – il 1° maggio rappresenta la data della loro liberazione, non solo dall’occupazione nazista, ma dal fascismo, dallo Stato italiano e dal capitalismo. Viceversa i filo-italiani percepiscono gli eventi del 1° maggio e delle settimane successive come una catastrofe nazionale, e celebrano invece come momento della loro liberazione il 9 giugno.
“Le due liberazioni di Trieste” prende l’avvio con un excursus sulla fase finale della Seconda guerra mondiale e sul ruolo strategico della Venezia Giulia e di Trieste per tutte le forze in campo, per le quali diventa segno di divisione: fra tedeschi e alleati, tra fascisti ed antifascisti, ma anche all’interno della grande coalizione antinazista ed all’interno anche delle forze resistenziali. Fin dall’autunno del 1944 infatti, è cessata ogni forma di collaborazione fra il Comitato di liberazione nazionale ed il Fronte di liberazione sloveno, dal momento che l’OF ha reso esplicito il suo programma annessionista ed ha chiesto alle unità partigiane italiane di passare sotto il comando dell’Esercito popolare jugoslavo. Dopo alcuni tentativi falliti di riallacciare i rapporti, il CLN e Unità operaia organizzano quindi in maniera autonoma l’insurrezione finale contro i tedeschi. Così, all’alba del 30 aprile scattano quasi contemporaneamente due insurrezioni, parallele e concorrenziali: questa è una situazione unica nel panorama resistenziale europeo. Nemmeno anglo-americani e jugoslavi riescono ad accordarsi su di una possibile divisione preventiva della Venezia Giulia in due distinte zone di occupazione: ne consegue quella che è stata chiamata la “corsa per Trieste”, cioè la competizione per arrivare prima ad occupare la città. La corsa viene vinta dagli jugoslavi, che entrano a trieste già il 1° maggio e vi installano la loro amministrazione militare, ma gli anglo-americani riescono a metter piede in città il giorno 2, mentre i combattimenti sono ancora in corso attorno ai capisaldi tedeschi nel castello di San Giusto e nel Tribunale, e sono proprio loro ad accogliere la resa dei tedeschi.
Comincia la transizione al dopoguerra, scoppia la “crisi di trieste”, che si conclude il 9 giugno con la divisione della Venezia Giulia in due zone di occupazione ed il ritiro delle truppe jugoslave da Trieste, Gorizia e Pola. La percezione della liberazione quindi è molto diversa: gli sloveni e gli italiani di orientamento comunista, vedono nel 1° maggio la data della loro liberazione, non solo dall’occupazione nazista, ma dal fascismo, dallo Stato italiano e dal capitalismo e quindi per loro il ritiro delle truppe jugoslave è una cocente delusione. Viceversa, i filo-italiani percepiscono gli eventi del 1° maggio e delle settimane successive come una catastrofe nazionale, e celebrano invece come momento della loro liberazione il 9 giugno, quando ritornano a respirare.
Di conseguenza, anche le memorie rimarranno a lungo divise.