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sociale nella città e dunque di farsi concedere l’usufrutto esclusivo del
luogo di culto.
Furono però le ragioni politiche a far prevalere gli illirici in questa lotta
interna alla comunità. All’interno dell’impero, i greci non ebbero alcu-
na istituzione rappresentativa rilevante e, per di più, se le loro ragioni
fossero prevalse, la Chiesa di S. Spiridione sarebbe stata posta sotto la
giurisdizione del Patriarcato di Costantinopoli, che si trovava nell’impe-
ro ottomano, stato tradizionalmente rivale degli Asburgo. Per converso,
i serbi poterono contare sull’appoggio sia dell’arcivescovato di Karlowitz
(istituito nel 1690) sia dei reggimenti del Confine Militare (fondati a par-
tire dal XV secolo), entrambe istituzioni importanti e fedelissime alla
casata d’Austria. Nel 1781, la componente linguistica greca si trovò già
di fatto espulsa dalla chiesa e svolgeva le proprie funzioni nel Palazzo
Andrulachi (attuale via Ponchielli n.3), adiacente alla Chiesa di S. An-
tonio. La separazione ufficiale arrivò nel 1782 e la nuova chiesa greca,
dedicata alla SS. Trinità e S. Nicolò, situata sulle rive, fu costruita entro il
1787, anche se poi ristrutturata nel 1819, dall’architetto Matteo Persch,
autore di numerosi edifici triestini. La nuova Chiesa di S. Spiridione, rico-
struita innanzitutto perché la vecchia struttura era ormai pericolante,
fu progettata dall’architetto italiano Carlo Maciachini (1818-1899), au-
tore del Cimitero Monumentale di Milano.
A cavallo fra il XVIII e il XIX secolo inoltre, la comunità illirica di Trieste
ebbe un ruolo cruciale nella formazione della cultura laica serba moder-
na ospitando il primo illuminista serbo Dositej Obradović e finanziando
l’edizione di vari manuali, tra i quali uno in fisica in due volumi scritto da
Atanasije Stojković.
Al livello locale, ma anche al livello nazionale italiano, fra i greci e i serbi
di Trieste troviamo diverse personalità di spicco come il medico Gio-
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