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e dotato di un’unica piccola cappella a nicchia destinata ad ospitare l’al-
tare, con l’aggiunta di una galleria destinata ad ospitare l’organo.
Tuttavia la presenza delle famiglie inglesi a Trieste non si mantenne co-
stante: per molti commercianti e uomini d’affari si trattava di una sede
tra le altre e la loro attività era caratterizzata da una notevole mobili-
tà. Ciò causò una costante debolezza della comunità anche dal punto
di vista finanziario, rendendo necessaria una cospicua sovvenzione da
parte del governo britannico per il sostentamento del cappellano e le
altre spese. Pur svolgendo anche l’importante ruolo di offrire ospitalità
spirituale per gli equipaggi delle numerose navi inglesi di passaggio nel
porto, la chiesa rimase chiusa dal 1844 al 1862, quando riprese l’atti-
vità sotto la cura del cappellano della comunità di Fiume. La ripresa
dell’attivismo della comunità anglicana in quella fase del secondo ‘800
è anche testimoniata dall’apertura di una scuola di lingua inglese, che
funzionò per alcuni anni. Anche la Grande Guerra provocò nel secolo
successivo la temporanea chiusura della comunità, che riprese un’atti-
vità più ridotta sotto il nuovo governo italiano, quando negli anni Ven-
ti la Chiesa anglicana triestina fu inglobata nella Diocesi di Gibilterra.
Dopo la chiusura imposta dalla Seconda guerra mondiale, il tempio fu
requisito dal GMA ed adibito a Garrison Church (chiesa militare) per i
soldati angloamericani di stanza a Trieste. Restituito al culto civile nel
1954, dopo essere stato temporaneamente sede di una sezione della
British Legion (associazione dei militari in congedo), fu successivamen-
te chiuso a motivo del degrado dell’edificio, che era stato danneggiato
anche durante la guerra. Le poche famiglie anglicane rimaste furono
ancora una volta ospitate dagli elvetici (il pulpito anglicano si trova an-
cora nella chiesa di San Silvestro).
Acquistato dal Comune di Trieste nel 1985 e sottoposto ad un accurato
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