I percorsi dell'Irredentismo e della Grande Guerra nella Provincia di Trieste - page 47

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La Grotta Azzurra di Samatorza
di Roberto Todero
La Grotta Azzurra di Samatorza è descritta nell’opera 2000 Grotte di
Bertarelli e Boegan, edita nell’anno 1926 per conto del Touring Club
Italiano e della Società Alpina delle Giulie con queste parole: «caverna
presso Samatorza – nome indigeno Pecina na leskoucah – … Quota in-
gresso m. 270 – Prof. m. 42 – Lungh. totale m. 216 … Letteratura: bol-
lettino Società Adriatica di Scienze Naturali Trieste, vol. XIII, 1891; Mar-
chesetti, Atti del Museo Civico di Storia Naturale IX (v. II n. serie) 1895,
pag. 249; Moser L. K., Der Karst, ecc., Trieste, 1900. – Durante la guerra
fu utilizzata come riserva d’acqua». Poche note per questa famosa ca-
vità facilmente visitabile da chiunque dato che la discesa, possibile sul
sentiero di guerra almeno fino agli anni Sessanta del secolo scorso, si
compie oggi parzialmente sulla maceria che dall’ingresso accompagna
il visitatore fino all’ampio spiazzo dove la caverna sembra terminare;
in realtà c’è ancora un ramo, leggermente ascendente e scomodo da
percorrere. Nota a escursionisti e speleologi con il nome di Grotta Az-
zurra di Samatorza, nome attribuitole da Carlo Marchesetti per il fatto
che giunti sul fondo è ancora possibile vedere il colore del cielo, porta il
numero 34 del Catasto Regionale e il numero 257 VG del catasto locale.
Accatastata nel gennaio del 1969, la caverna fu indagata più volte nel
tempo, a cominciare dal Moser che effettuò degli scavi già nel 1892. È
ormai dimostrato che essa venne usata sin da epoca preistorica, men-
tre nella zona dell’ingresso si stabilì una nutrita comunità addirittura
per qualche millennio. Citata nel 1909 nella Guida dei dintorni di Trieste
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