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della memoria della Grande guerra: ne sono testimonianza monumenti,
cimiteri, lapidi, istituzioni museali, scuole e ricreatori dedicati a figure di
volontari irredenti. Allo stesso tempo però quella memoria, della quale
ben presto il fascismo si appropriò, escluse dal ricordo collettivo la re-
altà delle migliaia e migliaia di figli di questo territorio, italiani e slove-
ni, che avevano prestato servizio nelle file dell’esercito o della marina
asburgici, non di rado senza far ritorno dai fronti o dalle unità sui quali
erano stati impiegati. L’Istituto regionale per la storia del movimento di
liberazione nel Friuli Venezia Giulia, grazie alla collaborazione della Pro-
vincia di Trieste, in occasione del centenario dello scoppio della Grande
guerra, ha così ritenuto di proporre alcuni dei molti possibili percorsi le-
gati all’irredentismo – inteso come uno dei fattori che formarono parte
dei giovani di questo territorio, inducendoli alla scelta del volontariato
nelle file dell’esercito italiano – e al primo conflitto mondiale. L’intento
è quello di offrire a scolaresche, operatori del mondo dell’informazione,
turisti, appassionati e curiosi uno strumento per accostarsi a luoghi che
spesso sfuggono all’attenzione o che sono visti con occhi distratti o in-
consapevoli. Monumenti, lapidi, cimiteri, caverne o trincee, pur nella loro
diversità costituiscono invece altrettanti testimoni di un avvenimento
che mutò per sempre le sorti di queste terre e della memoria che ne
venne costruita: sono altrettanti luoghi della memoria e punti di so-
sta di un potenziale grande museo diffuso, capaci di parlare alla nostra
intelligenza e alla nostra sensibilità. Luoghi e nomi che rimandano ad
altrettante tragedie, passaggi emblematici del faticoso cammino della
storia del ventesimo secolo al quale proprio la Grande guerra impresse
una svolta decisiva.