I percorsi dell'Irredentismo e della Grande Guerra nella Provincia di Trieste - page 19

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simboli e monumenti riconducibili all’Austria. Un’operazione in realtà
capillare di cui oggi è difficile farsi un’idea. Nel corso del Novecento
l’attuale palazzo del governo ha ospitato i rappresentanti delle diverse
realtà statuali cui Trieste si era trovata a essere parte. Dopo essere
stato residenza degli ultimi tre luogotenenti austriaci, alla fine del 1918
l’edificio aveva accolto il governatore militare della Venezia Giulia Carlo
Petitti di Roreto e, dalla costituzione della provincia di Trieste nel 1922,
la sede della prefettura. Nel periodo dell’occupazione tedesca il palazzo
aveva mantenuto la sua funzione di sede del prefetto, carica ricoperta
dal collaborazionista Bruno Coceani. Tra le poche immagini note di quel
periodo è rimasta famosa una cupa istantanea che riprende Coceani,
il Gauleiter della Carinzia Friedrich Rainer e il loro seguito intenti a
risalire lo scalone principale. Nel periodo del Governo militare alleato,
dopo il settembre 1947, vi ebbe sede il Consiglio di zona finché nel 1954
l’edificio ritornava a ospitare il prefetto, questa volta in rappresentanza
della giovane repubblica italiana. Nelle immagini di grandi adunate che
hanno riempito piazza Unità d’Italia durante il Novecento il palazzo
del governo è quasi sempre protagonista. Di particolare effetto le
inquadrature fotografiche effettuate nel marzo 1921 quando Trieste
diventava ufficialmente italiana, e del 26 ottobre 1954, giorno del
ricongiungimento di Trieste all’Italia dopo gli anni di amministrazione
alleata: in quest’ultima occasione la moltitudine straripante era
assiepata anche lungo tutta la facciata della prefettura e, sfruttando
bugnato, inferriate e davanzali delle finestre del piano terreno, persone
si ergevano anche al di sopra del resto della folla.
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