I percorsi dell'Irredentismo e della Grande Guerra nella Provincia di Trieste - page 12

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Karlin, un imponente corteo si mosse attraverso una città parata a lut-
to, tra una folla carica d’ansia per un futuro che si presentava denso di
ombre e che tale si sarebbe rivelato alla fine di quel mese drammatico.
Infatti, allo scoppio della guerra, da Trieste come dalle altre località del
Litorale austriaco e dell’Impero, partirono in migliaia per combattere
nelle file dell’esercito austroungarico sul lontano fronte della Galizia e
su quello dei Balcani. Con l’ingresso nel confitto dell’Italia, avvenuto nel
maggio 1915, la guerra si avvicinò. Essa poteva essere ascoltata e vista
dalle rive cittadine: sul golfo infatti si compivano le evoluzioni dell’asso
dell’aviazione asburgica Goffredo de Banfield, «l’aquila di Trieste», che a
bordo del suo idrovolante duellava in aspri combattimenti con gli aerei
italiani che spesso si affacciavano sulla città, recandovi talora la morte.
A fare la sua comparsa nel cielo del golfo fu anche Gabriele D’Annunzio,
che il 22 agosto del ’15 lasciò cadere sul capoluogo alcune bombe, ban-
dierine tricolori e messaggi di propaganda patriottica. E la guerra che si
svolgeva sul non lontano altipiano carsico, con i suoi bagliori e i suoni
delle artiglierie che dalle rive potevano essere colti con nitidezza, diven-
ne uno spettacolo tanto affascinante quanto terribile, perché foriero
di morte e distruzione. Il 3 novembre 1918, finalmente, accolta da una
grande folla esasperata da oltre quattro anni di guerra, vi giunse una
squadriglia della marina militare italiana che, gettate le ancore al molo
San Carlo – il Molo Audace di oggi, nome del primo cacciatorpediniere
che vi attraccò –, vi sbarcò un reparto di bersaglieri e, soprattutto, il ge-
nerale Carlo Petitti di Roreto che assunse il governatorato militare della
Venezia Giulia. A ricordare questi ed altri avvenimenti sono oggi alcuni
monumenti, a partire dalla rosa dei venti collocata sulla punta del molo,
caratterizzata da un’iscrizione opera di Silvio Benco.
Sulla Scala reale della riva Caduti per l’italianità di Trieste, si trova il
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